
La giornata era andata storta sin dal pincipio, qualcosa al mio risveglio mi aveva avvisato che non tutto avrebbe preso la piega desiderata. Spesso gli eventi prendono una tendenza secondo il meccanismo delle piastrelle di domino. Una piccola cosa ne fa accadere un'altra fino a far crollare tutto il percorso rovinando ore ed ore di lavoro.
E' così che ieri mi sono svegliato con qualcosa che copriva le mie belle spalle. Una strana sensazione di energia cattiva, negativa, di energia incazzata che incalzava dietro di me seguendomi nella mia giornata. Ma io indomito marinaio del tempo sono andato in ufficio perchè la fiducia nelle immense possibilità di una giornata non bisogna mai perderla, e sono andato in ufficio tentando di non far caso a quell'ombra dietro di me, mi ero anche vestito di grigio e per cacciare la malaenergia sono andato a cambiare il maglione sottogiacca grigio con un altro di color carta da zucchero, così da poter dire che non sembravo un mafioso, ma nulla, l'energia negativa non accennava a sparire, era li. Non sapevo che da li a qualche ora questa energia negativa avrebbe preso un nome ed un cognome, in una strada del centro, grazie ad un telefono che ha squillato una volta di più, una volta di troppo, quell'energia ha giustamente rivendicato qualcosa sferzando con un vento gelido la mia anima e l'anima di colei che mi accompagnava.
Quando sappiamo che andiamo incontro a qualcosa di negativo senza sapere che faccia abbia ci accontentiamo di sperare che non abbia una faccia troppo brutta e spesso ci va bene, ma molte volte questa cosa non accade e l'energia negativa diventa orribile, terribile, cattiva, fredda e gelida, è una tramontana in piena estate, è un freddo innaturale, un freddo che non appartiene a questa dimensione. E' il malessere di qualcuno che sbatte contro il nostro benessere o più faciilmente contro il nostro essere.
Un bacio dato sotto il freddo dell'energia negativa è un bacio sprecato, le parole dette nell'aura nera dell'energia negativa, per quanto possano essere belle si scoloriscono in qualcosa di insignificante, i nostri stessi volti diventano cupi, le parole escono in un fruscio di tensione, nei nostri occhi si scorge la paura. Chi avrò ferito così tanto da essere il catalizzatore della sua frustrazione? "Perchè ce l'ha tanto con me, che gli abbia ucciso un parente, o un figlio, Dio non voglia" disse il capitano Jack Aubrey al suo amico Stephen Maturin riguardo al capitano di una nave nemica. Si perchè se qualcuno ha deciso di colpirci perchè ci odia, anche se non ci conosce, riesce a farlo, senza neanche saperlo.
E così ieri sono stato sotto scacco dell'energia negativa di qualcuno, per un motivo che mio malgrado ho dovuto scoprire scoprendo conseguentemente anche l'origine di tale energia.
Al termine del pomeriggio mi sono lavato per scrollarmi di dosso ciò che non serviva più, ma senza successo, l'energia era ancora li così mi sono risoluto a partire, per dove? Per Sutri.
Ed è li che la magia è nata.
Giunt

La belva mi ha guardato stupita, come per chiedermi cosa facessi da quelle parti, mi veniva da rispondere che perbacco quella era casa mia e non era previsto di trovare un coyote in giardino, ma invece di parlare decisi di tacere e lo guardai con sfida, fu così che si avvicinò a me e si fece accarezzare, mi guardò con occhi sicuri e duri, occhi da deserto e mi parlava senza parlare, fu così che mi trasformai in coyote anche io e con lui iniziai a camminare in giardino, a correre poi ci fermammo, ci guardammo e insieme, con furore, con amore, con passione, con animalesco desiderio iniziammo ad ululare alla luna, la luna che come falce squarciava di bianca luce il cielo nero della notte, la luna, la nostra luna ed ululammo a lungo, due vecchi coyote del deserto, amici per la pelle che ululano all'amore, il coyote mi guardò e mi salutò e si allontanò verso la grande magnolia per scomparire nella nebbia finissima che stava salendo dalla terra del giardino, io da coyote ho ancora guardato la luna e ancora una volta ho lanciato un ultimo, forte, possente, crudo ululato per poi lasciarmi cadere sull'erba quasi stanco, sicuramente stralunato, decisamente sperso, per una volta davvero libero, mi lasciai andare e mi addormentai per risvegliarmi non so quanto tempo dopo uomo, nudo, nell'erba, con la testa sulla terra.

La tartaruga mi disse: "Io sono lentissima, cammino piano piano, se qualcuno tenta di farmi correre io mi chiudo nel mio guscio e se mi chiudo nel mio guscio nessuno mi può vedere e se nessuno mi può vedere neanche te mi puoi vedere, vecchio lupo". Io tentai di dire che ero un coyote, ma lei fece cenno di tacere. "Vecchio lupo, cammina lento ed accompagnaci in questo guado, non laciarci soli e continua ad amarci, noi ti ameremo di controcambio perchè un giorno anche noi saremo lupi e come lupi tutti insieme correremo dove vorremo. Ma fino a quel giorno, vecchio lupo, tu dovrai fare un passo alla volta con noi, senza farci chiudere nel guscio e se qualcun'altro ci farà chiudere nel guscio, sii così buono da bussare al nostro guscio, capiremo che sei te e per te, solo per te, faremo uscire la nostra testa per guardarti camminare ancora con noi".
La guardai e da vecchio lupo qual'ero la leccai sul muso e le dissi "Ti amo tartaruga, camminerò con voi due al vostro lento passo". La tartaruga maschio che fino a quel momento non aveva parlato si avvicinò a sua volta e mi disse un'ultima frase "Se davvero ci ami non correre via", fu così che le tartarughe scomparvero.

Gli occhi di felino erano fluorescenti nella notte scura, la luna era coperta da una nuvola e io, vecchio lupo dovevo incrociare quello strano animale. La lince, in un primo momento spaventata si avvicinò lenta, mi annusò e io la annusai, si affiancò a me e mi disse: "voglio avere la tua coda, vecchio lupo, voglio il tuo corpo possente, la tua fierezza, la tua potenza, la tua purezza, la tua libertà. Vecchio lupo corriamo insieme e cacciamo insieme, in branco, bivacchiamo insieme, vecchio lupo, cerchiamo una tana, mi sento sola, fammi diventare lupo". Così le risposi "non posso correre, Lince, non posso correre perchè ho promesso a due tartarughe di accompagnarle in questo percorso, ma se vuoi possiamo camminare insieme ed insieme faremo questo percorso con il passo della tartaruga e la pazienza del lupo ed insieme trov

La lince avvicinò il suo muso al mio e mi leccò sul naso, io feci altrettanto ed iniziammo a camminare.
Camminammo a lungo, ma non so dove siamo arrivati perchè a notte alta mi sono svegliato, ancora nudo nell'erba, aprii gli occhi timidamente, ancora stordito e scoprii di essere ancora nel mio giardino, accanto a me orme di lupo, di coyote, di tartaruga, di lince, i miei cani erano in casa, mi alzai, nudo, non avevo freddo, la pelliccia del lupo ancora mi copriva, il calore del coyote ancora mi riscaldava, gli occhi della lince ancora mi dicevano dove andare, camminai lentamente sapendo che da qualche parte le tartarughe erano accanto a me ed arrivai alla porta di casa dove entrai e mi sedetti davanti al fuoco ancora vivo.
Fu così che gli spiriti del fuoco mi parlarono, la fiamma divenne più viva come se fosse stata ulteriormente alimentata, prese strane forme e poi si spense, poi riprese ancora più vigorosa. La guardai comporre queste parole: amore, odio, attesa, pazienza, amore, amore, amore, vita, libertà, lentezza, pazienza, giustizia, coraggio, forza, libertà; poi finalmente una frase: "vivi la tua libertà amando ciò che ti piace, esaltando le sue doti, non guardando i suoi difetti se ne ha, ma solo godendo della sua presenza, della sua forza, della sua bellezza, senza paura".
E così ho deciso di fare, così farò, così la fiamma, in quello strano sabba di ieri notte, mi ha dato una via, la stessa via delle tartarughe, della lince che vuole diventare lupo e la stessa via del coyote e del vecchio lupo che sono.
Nessun commento:
Posta un commento