Queste sono due parole per me, solo per me, se vuoi puoi leggerle, è come se parlassi ad alta voce, quindi prova ad ascoltarmi.
domenica, febbraio 04, 2007
Pane e Castagne
Mangiamo pane e castagne, in questo chiaro di luna, le mani ben ancorate su questa linea. Domani ce lo diranno dove dobbiamo andare, domani ce lo diranno cosa dobbiamo fare. Ci sta una terra di nessuno, da qualche parte del cuore, come un miraggio incastrato la noia e il dolore. Domani ce lo diranno come dovremo passare, ma c'è una terra di nessuno e ci si deve arrivare.
Aspettami ogni sera davanti a quel portone, e se verrai stasera ti chiamerò per nome. Chissà che occhi avremo, chissà che occhi avrò, ma se mi chiami amore, io ti risponderò.
Mangiamo pane e castagne, come una poesia, perduta nella memoria dai tempi di scuola. Domani ce lo diranno, cosa vorranno che sia, ce lo diranno domani, prima di andare via.
Aspettami ogni sera davanti a quel portone, e se verrai stasera ti chiamerò per nome. Chissà che occhi avremo, chissà che occhi avrò, ma se mi chiami amore, ti riconoscerò.
(Francesco De Gregori, Pane e Castagne, Terra di nessuno, 1987)
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2 commenti:
No! ... non ci posso credere ... pure tu con la moleskine!
Tesò, ero in un periodo nero, volevo scrivere su una cosa nera con una penna nera, tu capisci che la Moleskina diventava di rigore!
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