venerdì, dicembre 29, 2006

I'm thru with love

I'm thru with love
I'll never fall again
Said adieu to love
Don't ever call again
For I must have you or no one
That's why I'm thru with love

I've locked my heart
I keep my feelings there
I have stocked my heart
Like an icy Frigadere
For I need to care for no one
That's why I'm thru with love

giovedì, dicembre 28, 2006

lavanda

no perchè tutto sommato era verde come le foglie di lavanda, il suo odore ricordava quello stesso della lavanda, era lavandosa, mi piaceva il sapore di lavanda che aveva quando la baciavo, era resistente come la lavanda, mi piaceva perchè odorava gli armadi esattamente come la lavanda quando decide che te li deve deodorare. il sacchetto di lavanda prima ti odora gli armadi poi li deodora, li odora per capire a che livello di puzzo gli armadi stanno e poi si spreme a seconda del livello di puzzo. ho due sacchetti di lavanda comprati in provenza che non sono durati più di tre mesi. poverini, l'armadio puzzava e loro hanno fatto del loro meglio!
ecco, mi piaceva per tutte queste ragioni, senza considerare che come la lavanda si divertiva a muovere i capelli al vento, a sorriderti quando meno te l'aspettavi, in francia, in povenza ci sono delle bellissime piantagioni di lavanda per riempire i sacchetti per gli armadi e, ecco, lei mi ricordava tante piante di lavanda però non messe come nelle piantagioni che sono tutte in fila, lei era una piantagione di lavanda disordinata e come per la lavanda non riesco a farmi passare il suo odore dalle narici.

i tuoi colori

parli verde
sorridi azzurro
guardi arancione
ti muovi lilla
ridi giallo
passeggi con Olli bianco
mi vieni incontro argento
fai l'amore con me bordò
mi baci rosso

mercoledì, dicembre 27, 2006

viaggio verso il nuovo anno

Come un artigliere sono pronto a dar fuoco alla miccia della fine del 2006, lo scovolino ha pulito la canna, l'innesco preparato con dovizia, la palla ripulita.
Il cannone che segnerà la fine di quest'anno sparerà un colpo così forte da far tremare le mura delle città, da far diventare i capelli bianchi ai giovani, da far morire i vecchi.
E io vado a dar fuoco a questa miccia a combustione lenta, la più precisa, la migliore, proprio in un'isola.
E andrò nell'isola viaggiando così lentamente da far invidia a qualunque tartaruga.
Una nave mi aspetta al porto di Napoli per salpare alla volta di Milazzo, il comandante, persona fidata, mi ha chiesto la cortesia di potersi fermare nelle isole eolie, e io non ho nulla in contrario a dare un'occhiata dal ponte a quei luoghi. Il treno mi condurrà a Napoli in tempo per poter salpare, il comandante della nave si è raccomandato di non tardare, non vuole perdere neanche un minuto, si sa che i pirati infestano le acque a sud della penisola e non vuole fare brutti incontri.
Con me porterò la mia musica, i miei libri e la mia anima stanca, ho una cabina che mi è stata assegnata direttamente dal comandante a confermare la sua amicizia.
Alla mezzanotte del 29 dicembre di questo 2006 sarò sul ponte della nave, ormai lontana dal continente, sarò sul ponte a permettere al vento di trapassare il mio corpo, a ripulire la mia anima e le mie membra dalla sporcizia, il vento mi sporcherà di salsedine, ma mi lascerà pulito. Alla mezzanotte del 29 dicembre di quest'anno dal mare troverò giovamento ed arriverò in Sicilia migliore di come sono partito.
Una giornata di viaggio mi consentirà di lasciare indietro le cose che non mi servono per iniziare il nuovo anno, lascerà indietro le liti, le lacrime, la solitudine, la delusione.
E finalmente arriverò in Sicilia nuovo. Ma non del tutto, sarà in quell'isola, alla mezzanotte del 30 dicembre, che toccherò la terra, ne metterò un poco in un contenitore, toccherò un fico d'india e un ulivo, sfiorerò le radici di una pianta e raccoglierò una foglia. Sarà quello un nuovo incantesimo che dedicherò a lei.
Alla mezzanotte del 31, una volta esauriti gli auguri a parenti ed amici che vorranno telefonarmi, io non chiamerò nessuno, andrò nuovamente in giardino dove tutti gli spiriti si saranno riuniti e chiamerò a me il duemilasette e chiederò ai nuovi spiriti di donarmi quello che ritengo mi spetti.
E quando finalmente tutti questi incantesimi si saranno compiuti, sorgerà il primo giorno del nuovo anno, iniziato in maniera diversa, lontana dalle mie radici familiari, ma con nuove radici personali e fiducioso, alla mezzanotte del primo dell'anno, verserò una mia lacrima sul terreno per far nascere un nuovo germoglio che in primavera diventerà fiore. Non sarà una lacrima triste, ma una lacrima d'amore, una lacrima pregna di felicità e bellezza, sarà la prima lacrima del nuovo anno e anche l'ultima.

Kif

C'è chi può pensare, erroneamente, che la parola "kif" voglia dire solo fumo intenso. Chi lo pensa si sbaglia. Chi lo pensa non sa che "kif" vuol dire anche Hashish, è il modo in cui in Marocco usano chiamare l'hashish, un fumo leggero, che alleggerisce l'anima. un fumo che distrae, che rende liberi solo se si è già liberi, un fumo che deprime chi è depresso, un fumo che lega chi è legato.
Kif è il nome di un cane che ho trovato, adottato con amore e che intendo accudire e rendere parte della mia famiglia canina.
Kif è il simbolo di qualcosa che è in forse, ora è solo un fumo, diventerà un fumo bianco e leggero.

I want to hold your hand

I'll tell you something
I think you'll understand
When I say that something
I want to hold your hand

Oh please say to me
you'll let me be your man
and please say to me
you'll let me hold your hand
Now, let me hold your hand
I want to hold your hand

And when I touch you
I feel happy inside
It's such a feeling that my love
I can't hide

Yeah, you got that something
I think you'll understand
When I say that something
I want to hold your hand

And when I touch you
I feel happy inside
It's such a feeling that my love
I can't hide

Yeah, you got that something
I think you'll understand
When I say that something
I want to hold your hand

(The Beatles)

ma sto incazzato con me stesso!

...ma intanto ho vinto 20 euro a poker... gh

lunedì, dicembre 25, 2006

Sutri, 25 dicembre 2006











spirito, dammi un segno,
spirito grande e dolce dammi in segno,
se una foglia cade tornerà
e il glicine mi ha regalato una foglia

domenica, dicembre 24, 2006

Natività

domani rinasce il sole
le ombre della notte non avranno più
la meglio sulla luce
domani rinasce il calore
la vera natività è quella del mio amore

Gnappo --> Kif

Ecco, folgorato sulla via fiscale ho cambiato nome a Gnappo, questa volta per sempre: KIF!
Bianco come il fumo, come il fumo leggero per celebrare la mia voglia di leggerezza.
Scusa pesantezza, di te ne ho avuto abbastanza, non sarò mai più tuo!
LUNGA VITA KIF!

PS Kif è il modo in cui in Marocco chiamano la Cannabis, l'Hashsish

sabato, dicembre 23, 2006

With or without you (Translated)

Guarda la pietra nei tuoi occhi
Guarda la spina nel tuo fianco
Io ti aspetto

Gioco di mano e svolta del destino
Lei mi fa attendere su un letto di chiodi
E io aspetto senza di te

Con te o senza di te

Attraverso la tempesta noi raggiungiamo la riva
Tu dai tutto ma io voglio di più
e ti sto aspettando

Con te o senza di te
Io non posso vivere
Con te o senza di te

E tu ti sveli
E tu
E tu
E tu ti sveli

Le mie mani sono congiunte
Il mio corpo ferito, lei mi ha con
nulla da vincere e
niente da perdere

E tu ti sveli
E tu
E tu
E tu ti sveli

Con te o senza di te
Io non posso vivere
Con te o senza di te

Lentamente

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.

(P. Neruda)

My style

Lord, have mercy

I know that you like my style
We came here to turn you out
Everybody in the place get wild
I know that you like my style
We 'bout to drop it on your ass right now
Everybody in the place get wild
(So what you sayin?)
What's up, what's up with you girl
What's up, what's up with you boy

(The Black Eyed Peas)

Cane, detto Gnappo

E così ha trovato definitivamente casa, dopo essere stato il cane di un nostro senza confini, è diventato il cane mio senza alcun dubbio. Mio perchè l'ho trovato io, salvato dalle grinfie, anzi dalle gomme di qualche camion marcato Scaina, Daf, Volvo, Iveco o Dio solo sa come. Da ieri ha preso un nome, c'era chi diceva che 'sto cazzo di nome, 'sto cane infelice dovesse dirlo lui, l'ha detto infatti, mi ha guardato e con muso sornione m'ha confessato il suo nome: Gnappo.
M'ha detto: "senza che ti incazzi troppo che già le palle ti girano ad elica, evita di portarmi ancora a spasso in macchina che me ce sento male, in cambio ti dico il mio nome, ora te lo posso dire, si ora perchè siamo soli, te ed io, senza nessuno che rompe le palle, spetta che vomito un attimo" si perchè eravamo in macchina e io avevo le palle che mi giravano davvero ad elica, insomma il quadrupede ha parlato "ecco, se proprio mi devi dare un nome, perchè di essere chiamato cane proprio mi rode il culo, ecco puoi chiamarmi Gnappo, mi chiamano così giù al bar" e io "giù al bar!?" vabbè, il cane va giù al bar a prendersi una peroncina ogni tanto, che ci posso fare? E così Cane da Cane ha preso il suo nome: G N A P P O.
Ci piace... e pensare che lo stavo per chiamare Biancane, poi mi veniva su frocio, povera bestia.

venerdì, dicembre 22, 2006

A te... (3)

A te che hai visto il mio meglio ed il mio peggio,
che hai voluto vedere il mio meglio ed il mio peggio,
a te, a te che hai parlato senza pesare
che hai illuso la mia bella anima,
che hai giocato con il mio cuore
che non ti sei resa conto di come cambia il tuo volto
un giorno il cuore scoppierà
perché tenendo dentro tutto si riempirà troppo
e bisognerà fare i conti con il proprio amore

non posso dimenticare
llllllllllla rosa
iiiiiiiiiiiiiii fiori
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii sorrisi
lllllla bocca
iiiiiiiiiiiiiiiiiii baci
llllllllllllllllllllllllllle carezze
iiiiiiiiiiiiii bau
lllllllllllllllllllle promesse
lllllla voce

La rabbia ha chiuso il mio stomaco
ha agitato il mio cervello
ha fatto dire cose che non penso
ha spento la mia passione
per consentire alla delusione di
nascere
ancora
una
volta
dentro
di
me

(Luca)

Signor Hood, cambiamo rotta, ci sono scogli pericolosi su queste acque, 13° est per poi virare all'alba, faccia dare un'altra mano di terzaroli, la burrasca non è finita

martedì, dicembre 19, 2006

nel mondo al contrario

nel mondo al contrario in cui vivo non cammino mai all'indietro, non mi incazzo come paperino, non mi dispero, sono duro, sicuro di me,
nel mondo al contrario in cui vivo, oggi vado a firmare un'istanza di separazione,
nel mondo al contrario in cui vivo metto gli addobbi di Natale in casa da solo e rido come un bambino, da solo,
nel mondo al contrario in cui vivo fumo Marlboro lights di contrabbando, che ancora si chiamano Marlboro lights, almeno quelle di contrabbando,
nel mondo al contrario in cui vivo ho un cane senza nome che quasi quasi gli piace il nome "cane",
nel mondo al contrario in cui vivo c'è una luce bellissima,
nel mondo al contrario in cui vivo sono tutto sommato felice.

lunedì, dicembre 18, 2006

si, però decidetevi

care fanciulle, prendete una decisione sul vostro futuro, non volete vederci, ci volete vedere, ci amate, non ci amate, siamo fichi, siamo stronzi, siamo attenti, siamo soffocanti...
si però decidetevi, se non ci incazziamo non siamo uomini, se ci incazziamo troppo siamo rompicoglioni... si però decidete cosa cazzo dovete fare del vostro futuro!!!!
Baci e abbracci!

domenica, dicembre 17, 2006

Riassunto:

"La mia passione è la mia forza, la mia forza è la mia potenza, la mia potenza è la mia purezza, la mia purezza è la mia essenza"

Per chi vuole un riassunto delle puntate precedenti:
Il nostro spazio
Aver Voluto

Person of the year 2006


Scrivo per ringraziare la rivista Time per avermi nominato persona dell'anno 2006. Come me sicuramente siete stati nominati anche voi e dovreste tributare il giusto ringraziamento.
Rimane il dubbio che in un mondo che non propone più personaggi positivi, la rivista si sia trovata sprovvista di un vero uomo noto da nominare, quindi non rimane che richiamare l'attenzione su quello che un giorno avremmo definito come l'Uomo della Strada e che oggi assume le forme informi del net addicted, il navigatore fuori controllo. Noi.

sabato, dicembre 16, 2006

stanotte


ho dormito a casa di Gianfranco, ero troppo ubriaco per tornare a casa mia, mi sono sbronzato deliberatamente, volendolo, scegliendo di bere per cacciare i dubbi, le paure, il conto si è presentato ovviamente questa mattina, senza pietà, con crudezza e cattiveria, e ancora lo sto pagando, con coraggio, potenza e volontà.
sono molto molto arrabbiato, sono deluso, stanco, non mi interessano più queste cose, non mi va di ascoltare cattiverie gratuite, non mi va di sentirmi sotto accusa o sotto esame.
La mia passione è la mia forza, la mia forza è la mia potenza, la mia potenza è la mia purezza, la mia purezza è la mia essenza.
Chiunque metta in dubbio questa catena di cose non ha capito nulla di me, non mi vuole, non mi desidera e non mi merita.
Ma non i miei amici più intimi, che magari si sono sentiti abbandonati, magari mi hanno sentito lontano in certi momenti, ma che sanno che il mio affetto verso di loro non viene mai meno, loro sanno che quella catena di cose è ciò che sono e per quello mi accettano.
Mi volete, prendetemi per come sono, non allontanatemi perchè sono così, la mia, d'altronde, è solo una forma di perfezione.

aver voluto

tra l'essere me stesso ed esere un altro preferisco essere me stesso
ho un cuore grande come l'universo, ho le spalle larghe come quelle di un gigante,
ho le gambe forti per non scappare, piedi veloci per venirti incontro,
sono potente come un fiume del nord, sono bello come una montagna,
io posso vivere da solo, in compagnia, con te e senza di te, io posso perchè voglio,
voglio aver voluto baciarti, voglio aver voluto tenerti, voglio aver voluto amarti,
questo gioco mi logora, questa bocca mi suggerisce di uscirne, questo cuore mi dice di rimanere.
non correre via da me, ho quello che vuoi, devi solo venire a prendertelo, è tuo.
Io sono il mio dio.

mercoledì, dicembre 13, 2006

il nostro spazio

è una luna al rovescio da guardare
sono le cicale che cantano d'estate
è un quadro senza cornice
guarda la nostra primavera
che non sfiorisca mai la rosa

le farfalle ti fanno da petali sul tuo capo
il fumo della nebbia ti fa da nuvola
le stelle fanno da specchio alla tua bellezza

il nostro spazio è la voglia di viversi insieme
la curiosità di un momento
lo sguardo allo specchio della complicità
il riso di un bambino
il nostro spazio è il nostro amore

(Luca)

domenica, dicembre 10, 2006

Dilemma

Bacerò le tue dita o le tue labbra?
Le labbra e anche le dita.
Il seno o le gote?
Prima le gote, poi il seno.
Il ventre o la fronte?
Dimmi dunque: i miei occhi o i nidi
che nascondo?
Gli occhi, scelgo, che mi conducano ai tuoi nidi.

Ora ti paragono
a una giornata d'estate
No, tu sei più amabile e delicato:
Venti selvaggi scuotono
le gemme della primavera,
E troppo poco dura
il corso dell'estate:
Spesso rovente splende
l'occhio del cielo

E talvolta il suo volto dorato si rabbuia,
Come la bellezza
che da un bel volto sfuma,
Per un gioco del caso o
per destino avverso.
Ma la tua eterna estate
non dovrà sfiorire,
Né mai si piegherà
la tua bellezza al tempo,
Né morte potrà vantarsi di te

(Silvano Agosti)

sabato, dicembre 09, 2006

Vivere una sola vita

in una sola città,
in un solo paese,
in un solo universo,
vivere in un solo mondo
è prigione.
Conoscere una sola lingua
un solo lavoro
un solo costume
una sola civiltà
conoscere una sola logica
è prigione.

(Ndjock Ngana)

venerdì, dicembre 08, 2006

Nuda sei semplice come una delle tue mani

Nuda sei semplice come una delle tue mani,
liscia, terrestre, minima, rotonda, trasparente,
hai linee di luna, strade di mela,
nuda sei sottile come il grano nudo.
Nuda sei azzurra come la notte a Cuba,
hai rampicanti e stelle nei tuoi capelli,
nuda sei enorme e gialla
come l'estate in una chiesa d'oro.
Nuda sei piccola come una delle tue unghie,
curva, sottile, rosea finché nasce il giorno
e t'addentri nel sotterraneo del mondo.
come in una lunga galleria di vestiti e di lavori:
la tua chiarezza si spegne, si veste, si sfoglia
e di nuovo torna a essere una mano nuda

(Pablo Neruda)

domenica, dicembre 03, 2006

Saprai che non t'amo e che t'amo

Saprai che non t'amo e che t'amo
perché la vita è in due maniere,
la parola è un'ala del silenzio,
il fuoco ha una metà di freddo.

Io t'amo per cominciare ad amarti,
per ricominciare l'infinito,
per non cessare d'amarti mai:
per questo non t'amo ancora.

T'amo e non t'amo come se avessi
nelle mie mani le chiavi della gioia
e un incerto destino sventurato.
Il mio amore ha due vite per amarti.
Per questo t'amo quando non t'amo
e per questo t'amo quando t'amo.

(Pablo Neruda)

sabato, dicembre 02, 2006

Coyoti, lune, linci ed altri animali e cose che hanno popolato questa mia notte


La giornata era andata storta sin dal pincipio, qualcosa al mio risveglio mi aveva avvisato che non tutto avrebbe preso la piega desiderata. Spesso gli eventi prendono una tendenza secondo il meccanismo delle piastrelle di domino. Una piccola cosa ne fa accadere un'altra fino a far crollare tutto il percorso rovinando ore ed ore di lavoro.
E' così che ieri mi sono svegliato con qualcosa che copriva le mie belle spalle
. Una strana sensazione di energia cattiva, negativa, di energia incazzata che incalzava dietro di me seguendomi nella mia giornata. Ma io indomito marinaio del tempo sono andato in ufficio perchè la fiducia nelle immense possibilità di una giornata non bisogna mai perderla, e sono andato in ufficio tentando di non far caso a quell'ombra dietro di me, mi ero anche vestito di grigio e per cacciare la malaenergia sono andato a cambiare il maglione sottogiacca grigio con un altro di color carta da zucchero, così da poter dire che non sembravo un mafioso, ma nulla, l'energia negativa non accennava a sparire, era li. Non sapevo che da li a qualche ora questa energia negativa avrebbe preso un nome ed un cognome, in una strada del centro, grazie ad un telefono che ha squillato una volta di più, una volta di troppo, quell'energia ha giustamente rivendicato qualcosa sferzando con un vento gelido la mia anima e l'anima di colei che mi accompagnava.
Quando sappiamo
che andiamo incontro a qualcosa di negativo senza sapere che faccia abbia ci accontentiamo di sperare che non abbia una faccia troppo brutta e spesso ci va bene, ma molte volte questa cosa non accade e l'energia negativa diventa orribile, terribile, cattiva, fredda e gelida, è una tramontana in piena estate, è un freddo innaturale, un freddo che non appartiene a questa dimensione. E' il malessere di qualcuno che sbatte contro il nostro benessere o più faciilmente contro il nostro essere.
Un bacio d
ato sotto il freddo dell'energia negativa è un bacio sprecato, le parole dette nell'aura nera dell'energia negativa, per quanto possano essere belle si scoloriscono in qualcosa di insignificante, i nostri stessi volti diventano cupi, le parole escono in un fruscio di tensione, nei nostri occhi si scorge la paura. Chi avrò ferito così tanto da essere il catalizzatore della sua frustrazione? "Perchè ce l'ha tanto con me, che gli abbia ucciso un parente, o un figlio, Dio non voglia" disse il capitano Jack Aubrey al suo amico Stephen Maturin riguardo al capitano di una nave nemica. Si perchè se qualcuno ha deciso di colpirci perchè ci odia, anche se non ci conosce, riesce a farlo, senza neanche saperlo.
E così ie
ri sono stato sotto scacco dell'energia negativa di qualcuno, per un motivo che mio malgrado ho dovuto scoprire scoprendo conseguentemente anche l'origine di tale energia.
Al termine del pomeriggio mi sono lavato per scrollarmi di dosso ciò che non serviva più, ma senza successo, l'energia era ancora li così mi sono
risoluto a partire, per dove? Per Sutri.

Ed è li che la magia è nata.

Giunt
o nella vecchia casa assieme ai miei cani ho acceso subito il camino deciso a passare una serata culturalissima leggendo Guerra e Pace, ma dopo un'ora la casa, grande ed antica, era ancora molto fredda, non avevo aperto le saracinesche che avrebbero consentito l'afflusso dell'acqua nei radiatori, così solo il grande camino del salotto era responsabile del riscaldamento, ma io dovevo dormire e non potevo dormire in una stanza fredda in quella maniera. Così sono uscito in giardino di nuovo e sono andato ad aprire i rubinetti dell'acqua e li ho incontrato un coyote.
La belva mi ha guardato stupita, come per chiedermi cosa facessi da quelle parti, mi veniva da rispondere che perbacco quella era casa mia e non era previsto di trovare un coyote in giardino, ma invece di parlare decisi di tacere e lo guardai con sfida, fu così che si avvicinò a me e si fece accarezzare, mi guardò con occhi sicuri e duri, occhi da deserto e mi parlava senza parlare, fu così che mi trasformai in coyote anche io e con lui iniziai a camminare in giardino, a correre poi ci fermammo, ci guardammo e insieme, con furore, con amore, co
n passione, con animalesco desiderio iniziammo ad ululare alla luna, la luna che come falce squarciava di bianca luce il cielo nero della notte, la luna, la nostra luna ed ululammo a lungo, due vecchi coyote del deserto, amici per la pelle che ululano all'amore, il coyote mi guardò e mi salutò e si allontanò verso la grande magnolia per scomparire nella nebbia finissima che stava salendo dalla terra del giardino, io da coyote ho ancora guardato la luna e ancora una volta ho lanciato un ultimo, forte, possente, crudo ululato per poi lasciarmi cadere sull'erba quasi stanco, sicuramente stralunato, decisamente sperso, per una volta davvero libero, mi lasciai andare e mi addormentai per risvegliarmi non so quanto tempo dopo uomo, nudo, nell'erba, con la testa sulla terra.
Ricordo quando ero piccolo che in quel giardino c'era una tartaruga, non l'ho mai più vista dall'estate del 1988, mi piacciono le tartarughe, mi stanno simpatiche, sono animali antichi, coriacei, sono simpatici, sono divertenti, sono lenti, io vecchio lupo veloce loro vecchi rettili lenti. Dunque era dal 1988 che non si vedevano tartarughe nel mio giardino, ma quella notte, l'altra notte mentre ero li, nudo, sdraiato sull'erba, due tartarughe mi hanno fatto visita. Una bella, con gli occhi sicuri di se, una femmina sicuramente, teoria avvalorata dal fatto che aveva uno strano fiocco al collo, l'altra tartaruga era meno decisa, ma non per questo meno bella, aveva uno sguardo sornione, non sapeva bene cosa stesse facendo li, ma ci stava e non intendeva venire meno alla consegna. La tartaruga femmina si avvicinò con il muso rugoso al mio naso, mi diede un colpetto per svegliarmi definitivamente ed iniziò a parlare. Una tartaruga nel giardino di Sutri non si vedeva dal 1988, ma una tartaruga parlante credo che non si fosse mai vista da quelle parti. La guardai pararmi e l'ascoltai, la lingua era impastata o forse era solo il suo modo di parlare, mi disse molte cose e ogni tanto, con la zampa unghiata, mi dava una gentile carezza sulla guancia, io la guardavo inizialmente attonito, poi capendo che la sapeva lunga la lasciai parlare.
La tartaruga mi disse: "Io sono lentissima, cammino piano piano, se qualcuno tenta di farmi correre io mi chiudo nel mio guscio e se mi chiudo nel mio
guscio nessuno mi può vedere e se nessuno mi può vedere neanche te mi puoi vedere, vecchio lupo". Io tentai di dire che ero un coyote, ma lei fece cenno di tacere. "Vecchio lupo, cammina lento ed accompagnaci in questo guado, non laciarci soli e continua ad amarci, noi ti ameremo di controcambio perchè un giorno anche noi saremo lupi e come lupi tutti insieme correremo dove vorremo. Ma fino a quel giorno, vecchio lupo, tu dovrai fare un passo alla volta con noi, senza farci chiudere nel guscio e se qualcun'altro ci farà chiudere nel guscio, sii così buono da bussare al nostro guscio, capiremo che sei te e per te, solo per te, faremo uscire la nostra testa per guardarti camminare ancora con noi".
La guardai e da vecchio lupo qual'ero la leccai sul muso e le dissi "Ti amo tartaruga, camminerò con voi due al vostro lento passo". La tartaruga maschio
che fino a quel momento non aveva parlato si avvicinò a sua volta e mi disse un'ultima frase "Se davvero ci ami non correre via", fu così che le tartarughe scomparvero.
Rimasi attonito sulle mie quattro zampe a guardare il giardino che era diventato enorme, non si vedeva più la casa, non si sentivano più i rumori del paese feci qualche passo e mi resi conto che ero davvero un vecchio lupo, mi sgrullai il pelo umido, l'aria era pregna d'umidità, mi stiracchiai ed iniziai a camminare lentamente, sapevo che da qualche parte, a destra o a sinistra le tartarughe stavano andando al mio passo, così camminai a lungo, una zampa dopo l'altra, piantando gli artigli nel terreno, ogni tanto correvo avanti per sgranchirmi le zampe, ma poi tornavo indietro li dove sarei stato se avessi continuato a camminare al passo delle tartarughe, camminai tanto a quella lenta andatura, ed incontrai una lince solitaria.
G
li occhi di felino erano fluorescenti nella notte scura, la luna era coperta da una nuvola e io, vecchio lupo dovevo incrociare quello strano animale. La lince, in un primo momento spaventata si avvicinò lenta, mi annusò e io la annusai, si affiancò a me e mi disse: "voglio avere la tua coda, vecchio lupo, voglio il tuo corpo possente, la tua fierezza, la tua potenza, la tua purezza, la tua libertà. Vecchio lupo corriamo insieme e cacciamo insieme, in branco, bivacchiamo insieme, vecchio lupo, cerchiamo una tana, mi sento sola, fammi diventare lupo". Così le risposi "non posso correre, Lince, non posso correre perchè ho promesso a due tartarughe di accompagnarle in questo percorso, ma se vuoi possiamo camminare insieme ed insieme faremo questo percorso con il passo della tartaruga e la pazienza del lupo ed insieme troveremo una tana, la renderemo bella, la renderemo nostra e quel giorno, forse, anche te sarai un lupo".
La lince avvicinò il suo muso al mio e mi leccò sul naso, io feci altrettanto ed iniziammo a camminare.
Camminammo a lungo, ma non so dove siamo arrivati perchè a notte alta mi sono svegliato, ancora nudo nell'erba, aprii gli occhi timidamente, ancora stordito e scoprii di essere ancora nel mio giardino, accanto a me orme di lupo, di coyote, di tartaruga, di lince, i miei cani erano in casa, mi alzai, nudo, non avevo freddo, la pelliccia del lupo ancora mi copriva, il calore del coyote ancora mi riscaldava, gli occhi della lince ancora mi dicevano dove andare, camminai lentamente sapendo che da qualche parte le tartarughe erano accanto a me ed arrivai alla porta di casa dove entrai e mi sedetti davanti al fuoco ancora vivo.
Fu così che gli spiriti del fuoco mi parlarono, la fiamma divenne più viva come se fosse stata ulteriormente alimentata, prese strane forme e poi si spense, poi riprese ancora più vigorosa. La guardai comporre queste parole: amore, odio, attesa, pazienza, amore, amore, amore, vita, libertà, lentezza, pazienza, giustizia, coraggio, forza, libertà; poi finalmente una frase: "vivi la tua libertà amando ciò che ti piace, esaltando le sue doti, non guardando i suoi difetti se ne ha, ma solo godendo della sua presenza, della sua forza, della sua bellezza, senza paura".
E così ho deciso di fare, così farò, così la fiamma, in quello strano sabba di ieri notte, mi ha dato una via, la stessa via delle tartarughe, della lince che vuole diventare lupo e la stessa via del coyote e del vecchio lupo che sono.

giovedì, novembre 30, 2006

domenica, novembre 26, 2006

Kenny McCormick hall of death

io adoro Kenny, lo adoro perchè muore... è un mito che muore sempre e rinasce ogni volta.
Kanny for President!

Many Men (Wish Death)

Many men, wish death upon me
Blood in my eye dawg and I can't see
I'm trying to be what I'm destined to be
And niggas trying to take my life away
I put a hole in a nigga for fucking with me
My back on the wall, now you gon' see
Better watch how you talk, when you talk about me
'Cause I'll come and take your life away


(50 Cent - Get Rich Or Die Tryin)

God gave me style

God gave me style
God gave me grace
God gave me style
God gave me grace
God put a smile on my face
Haha, God put this smile on my face
God made me shine like the sun
God make me shine like the sun
Sometimes I feel like I'm the one
Sometimes I feel like I'm the one
It ain't my fault

(50 Cent - The Massacre)

venerdì, novembre 24, 2006

a te... (II)

... mi sei arrivata addosso come una chiappa di fico d'india in faccia...
...ma sei dolce come un suo frutto...

sabato, novembre 18, 2006

Cari Tom e Katie,

a parte il fatto che ve sposate e che già di per se state a fa una cazzata di portata leggendaria, ma questi sono fatti vostri e quindi non voglio perderci altro tempo.
Io vi scrivo per ringraziarvi, si perchè ancora una volta ci avete dato modo di scoprire quanto siamo provincia.
Roma e la sua bellezza, Roma e le sue potenti conquiste, Roma e la sua gente si è spostata a Washington, vera Roma del XXI secolo e chi non ha la fortuna di essere civis americanum deve fare i conti con l'amministrazione delle provincie e con la sua gente. Paparazzi appostati tra le centenarie mura della città eterna vi hanno accompagnato nella residenza medievale degli Orsini a Bracciano dove convolerete a nozze, bloccando un tranquillo paesino della provincia della provincia assediato da ammiratori, televisioni e fotografi, mi figuro il povero sindaco del paese costretto a chiedere i rinforzi dal circondario per venire incontro all'emergenza dell'arrivo di una stella del cinema, 38 vigili urbani provenienti da Trevignano, Sutri, Anguillara Sabazia, Campagnano, Mentana, Monterano, tutti a soccorso del sindaco di Bracciano per arginare la bolgia dantesca di questo diciotto novembre duemilasei, cento Carabinieri impegnati a mantenere l'ordine pubblico, tiratori scelti della benemerita, come novelli arceri, tra i merli del castello pronti a scoccare contro i barbari assedianti qualora dovessero decidere di aprirsi una breccia tra le possenti mura. Quanta gente ci sarà la fuori? Quanta gente consapevole che non vedrà assolutamente nulla di ciò che spera sarà la fuori? Quante emittenti televisive? Quanti fotografi staranno sfidando le difese arroccate tra i merli del castello?
Certo bisogna dire che se cercavate la riservatezza non potevate scegliere luogo più sicuro, la prossima volta, perchè sono abbastanza sicuro ci sarà una prossima volta per tutti e due, vi inviterei anzi a provare il Salone Grande di Castel Sant'Angelo, mai preso da alcuna forza nel corso della sua storia, anzi vi dico di più vi inviterei a riconvertirvi al Cattolicesimo e a farvi sposare in San Pietro da Sua Santità e a passare a ricevere gli inivtati a Castel Sant'Angelo direttamente dal Passetto, romantico, originale, decisamente più economico per l'erario.
Eh si miei cari, perchè vorrei sapere se, per chiedere a questa nostra Provincia Imperiale di sostenrervi durante uno dei giorni più belli della vostra vita (Tom mi pare che tu ne avessi già sperimentato un'altro con una tal Nicoletta da Brisbane o giù di li), mi chiedo, dicevo, se avete pagato il comune di Bracciano per le spese necessarie a tenere a bada gli assedianti, se avete pagato il Ministero della Difesa per i tiratori scelti e per il cordone di Carabinieri. Non per essere proprio provinciale davvero, ma se per caso mi chiudo fuori casa e devo chiamare i pompieri per sfondarmi la porta, quelli mi fanno pagare l'intervento, mi chiedevo dunque se le forze dell'ordine vi avessero fatto un trattamento di favore.
Intanto, nonostante critichi la vostra scelta di sposarvi, vi auguro sinceramente ogni bene, sperando che questa sia l'ultima volta di vedervi sposare qui in Italia.
Auguri

/Lu.z Dogg

PS dite ad Andrea Bocelli che il fatto di essere cattolici non impedisce di assistere ai riti di altra religione, la sua affermazione è semplicemente scandalosa ed indegna di un vero cattolico, ma forse c'ha capito poco, o forse Sua Santità ha ritentuto che il fratello Andrea dovesse rispondere coerentemente con le ultime politiche Vaticane.

venerdì, novembre 17, 2006

zum

un pensiero: vita morte e miracoli del gioco del poker

giovedì, novembre 16, 2006

a te...

ehi te! si te, te che se mi guardi mi fai venire i brividi, te che quando sorridi mi apri ad una nuova vita, te che quando mi parli mi seduci, mi diverti, mi accarezzi, te che ci sei anche quando non ci sei, te che sfogli i tuoi libri e ti diverti con le risa degli altri, te che ti carichi di amore, bellezza, sogno, te che mi fai sentire vivo più di un pizzico. ehi, proprio te, te che sei li e sogni con me, te che accarezzi i miei cani, te che sfiori il mio sguardo, te che vivi libera, ehi dico a te, voltati, guardami con i tuoi occhi grandi, sorridimi con la tua bocca infinita, seducimi con le tue mani docili. ecco ora che mi guardi, solo ora che mi guardi divertita mi rendo conto di quanto sia bello essere buffo.

storie danesi...







martedì, novembre 14, 2006

domenica, novembre 12, 2006

sul dovere e la libertà


Quale principio da diritto alla società civile di darci dei doveri che esulino dai meri doveri legali? perchè a parte la condanna di ogni crimine e delitto, di ogni limitazione della libertà personale, la società da ad ognuno di noi un ruolo con un preciso dovere da eseguire? e soprattutto, perchè accettiamo incondizionatamente questo ruolo ed i doveri che ne conseguono senza reagire? perchè se sono un uomo devo pensarla in una maniera mentre se sono donna devo pensarla in manera diversa? perchè non posso usufruire del mio tempo a mio piacimento mentre sono costretto nel dovere di fare qualcosa? perchè anche durante il mio tempo libero, quando i miei doveri verso la società sono stati assolti ho bisogno di trovarmi altri doveri trascurando il piacere di rimanere senza far nulla o a bighellonare in giro?
In questa limitatissima analisi della dicotomia tra dovere e libertà vorrei iniziare proprio dal pensiero di un filosofo che da sempre mi affascina: Hegel.
Secondo Hegel, l'eticità si presenta come sintesi di diritto e moralità: infatti se il diritto è esteriorità e la moralità è interiorità, l'eticità riassume in sé entrambi questi valori, in quanto il soggetto non segue più dei valori interiori, bensì dei valori interiorizzati. L'eticità, dunque, concilia il diritto e la moralità, supera la spaccatura tra l'interiorità propria della morale e l'esteriorità del diritto, in quanto il bene non è più un ideale, un dover essere, ma trova un contenuto concreto nei compiti etici che attendono ciascun individuo e che sono determinati dal proprio ruolo familiare, sociale e politico. D'altra parte il singolo non avverte il dovere (i.e. la legge) come un qualcosa di estraneo, un obbligo imposto dall'esterno, bensì come partecipazione intima e consapevole di quella condizione in cui ciascuno è posto.

In parole povere l'individuo assorbe i doveri che gli vengono assegani dal ruolo che egli ricopre nella società civile, ma cosa succede quando il ruolo ricoperto non è solo un ruolo sociale ma è anche un ruolo morale per dirla con il pensiero del filosofo?
Il padre di famiglia ha si un ruolo sociale, ma fondamentalmente ricopre un ruolo morale la cui importanze intrinseca è ben maggiore della sua importanza civile, giuridica, sociale. Assumendo il ruolo di padre di famiglia un uomo ne assume tutti i doveri.
Nella vita di un individuo vedo tre sfere: la sfera umana strictu sensu ed è quella che attiene al rispetto del prossimo e nel rispetto del prossimo è bene considerare anche quei "comandamenti" che ci impediscono di uccidere, rubare, calunniare, tradire; all'interno della suddetta sfera umana vi metterei la sfera civile/sociale dentro la quale rientrano i doveri dati dal nostro ruolo ufficiale all'interno della società, il postino ha delle consegne da rispettare, il medico deve curare le persone, il venditore deve vendere; terza sfera, più piccola perchè compressa, ma di immensa importanza e di grandissima potenza è la sfera personale. Questa sfera è potentissima perchè un uomo che trascura questa sfera è destinato volente o nolente all'autodistruzione. A volte questa sfera è talmente compressa da essere assorbita da quella civile ed è il caso di quanto scritto dall'eminente filosofo secondo il quale per forza di cose la sfera del diritto e la sfera della moralità insieme conducono alla sfera dell'eticità all'interno della quale l'uomo agisce in forza di un ruolo dato nella società senza preoccuparsi troppo di ciò che fa perchè è la società stessa che ti induce ad agire. E' semplicistico, è vero, tuttavia è reale. Direi che il pensiero del filosofo tedesco determini perfettamente l'immagine dell'uomo moderno schiacciato tra il dovere del proprio ruolo nella società ed il dovere del proprio ruolo in casa propria.

Ma io dove finisco, dov'è che la mia piccola sfera personale riprende vigore?
Ritengo che l'unico luogo in cui la mia sfera personale riprende vigore ridando altresì legittimità alle altre due sfere sia nella fuga.
La fuga può essere considerata come un atto di vigliaccheria, una debolezza dell'uomo ed è pur vero, ma possiamo davvero condannare il soldato che non si immola per la Patria pur di salvare la pelle? E' davvero un eroe o una vittima chi muore perchè DEVE morire? Bella domanda, se contiuassi così andrei contro i tanti uomini che ammiro e che hanno costellato la storia umana. Tuttavia se guardando un film vedo un soldato che fugge spaventato e spinto dalla storia del film lo condanno come vigliacco, dall'altra mi viene da pensare che forse è il più furbo di tutti!
La fuga non è un atto di vigliaccheria, è il vero atto di coraggio e la fuga non è sempre fisica (i.e. andare via da un posto per non compiere il proprio dovere), ma spesso e volentieri è morale, è un sorriso regalato a qualcuno in quei luoghi in cui non sorride nessuno, è una strizzata d'occhio ad un collega, è la maglietta rossa con scritto "sand beach" sotto la camicia e la cravatta, la fuga è un piccolo gesto. Ma è anche grande, è grande nella nostra voglia di imporre la nostra personalità, la nostra libertà personale.
E che dire della fuga "fisica"?
Ritengo che la possibilità di fuggire renda giustizia al dovere rendendolo una scelta. Se fuggo e poi ritorno a fare ciò che devo non ritorno perchè DEVO, ma ritorno perchè VOGLIO, si perchè avrei potuto rimanere li dov'ero invece ho scelto volontariamente di tornare al dovere rendendolo così veramente nobile e forte.
Torniamo alle tre sfere, per riassumere posso dire che solo fuggendo riusciamo ad espandere la nostra sfera personale verso la sfera civile magari inglobandola perchè la rendiamo una scelta. Scelgo di educare i miei figli, non devo educarli, è una mia volontaria scelta, è una scelta che ho fatto quando ho deciso di metterli al mondo. Ma ho deciso io di metterli al mondo, non li ho messi al mondo perchè DOVEVO metterli al mondo.
Chiudo citando ancora Hegel secondo il quale l'amore è superiore al dovere perché "nell'amore viene meno ogni pensiero di dovere".

Signor Hood, 5° a nord, guardi che mare, si prepara una tempesta

the big kahuna


Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare.
Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.
Quante possibilità avevi di frontee che aspetto magnifico avevi!Non eri per niente grasso come ti sembrava.
Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica.
I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente, di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.
Fa' una cosa ogni giorno che sei spaventato: canta!
Non essere crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che è crudele col tuo.
Lavati i denti.
Non perdere tempo con l'invidia: a volte sei in testa, a volte resti indietro.
La corsa è lunga e, alla fine, è solo con te stesso.
Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente, dimmi come si fa...
Conserva tutte le vecchie lettere d'amore,
butta i vecchi estratti-conto.
Rilassati!
Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone più interessanti che conosco a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita.
I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.
Prendi molto calcio.
Sii gentile con le tue ginocchia, quando saranno partite ti mancheranno.
Forse ti sposerai o forse no.
Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant'anni.
Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche: le tue scelte sono scommesse, come quelle di chiunque altro.
Goditi il tuo corpo, usalo in tutti i modi che puoi, senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
E' il più grande strumento che potrai mai avere.
Balla!
Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.
Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza: ti faranno solo sentire orrendo.
Cerca di conoscere i tuoi genitori, non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.
Tratta bene i tuoi fratelli, sono il miglior legame con il passato e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.
Renditi conto che gli amici vanno e vengono, ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e gli stili di vita, perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.
Vivi a New York per un po', ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca.
Non fare pasticci con i capelli: se no, quando avrai quarant'anni, sembreranno di un ottantacinquenne.
Sii cauto nell'accettare consigli, ma sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga.

Ma accetta il consiglio... per questa volta.


Questo monologo è tratto dal film The Big Kahuna con Kevin Spacey, Danny DeVito, Peter Facinelli, Paul Dawson...

venerdì, novembre 10, 2006


Now you can fly the friendly skies With the S-N double O-P D-O double G-Y Now don't ask why, just keep looking good in the hood Damn girl, you so fly! We could do what you want to You say you drink Alize or was is Malibu? It don't really matter though You remind me of the time when I had a ho She kept telling me Doggy Dogg I gotta go So I let her get in the wind and co-macked her friend 2 plus 2, it equals 4, this is some shit that could last forever more I'm trying to put my bid in, naw I'm just kidding Come on ma get in, and don't ask where we going Pimping and hoeing, drink pouring and weed blowing, you know it c'mon!

Beautiful.. perfect.. flawless.. debonaire


Lovable, and yeah you're pursuable Everything is beautiful, even down to your cuticles It ain't about me, it's all about you You make me do what you want me to Yeah, it's just like that Here go my number baby girl why don't you get right back You're a, perfect dime, I'm workin mine Just the thought of me and you I mean it's blowin my mind Cain't explain it tho, but if I'm wit'chu I can't remain a ho, or stay in the flow It's a shame to know, I maintain the flow Baby girl me and you is unexplainable Mm, yeah - we need to get into actin Cain't you see this is a natural attraction A lot of maxin and relaxin C'mon baby girl, give a player some action, I'm askin

(Perfect, Snoop Dogg, R&G Rhythm and Gangsta, 2005)

giovedì, novembre 09, 2006

I think


He said that you were crazy
he said that you were losin your mind
and that you dont know how to treat a man
but baby you do me just fine
everytime he comes around
he tells me how you did him wrong
telling me you broke his heart
but I dont really give a damn about what he says
cuz check this out

I think (I think) that youre a beautiful woman
and I think (I think) that you deserve a good man
I think (I think) that I could be the man for ya
so baby wont you take my hand

(112)

il paese...

...era molto giovane e i soldati a cavallo erano la sua difesa, un mondo di cani correva su per la prateria, uno si chiamava Dun l'altro si chiamava Hill erano due ma erano sette, sette cani uno senza padre, l'altro senza madre, il terzo senza fratello, il quarto senza la coda, il quindo senza gli occhi, il sesto senza l'olfatto, ma il settimo era il padre del primo, la madre del secondo, il fratello del terzo, la coda del quarto, gli occhi del quinto, l'olfatto del sesto e, nonostante tutto era un cane senza cane.
tra bufalo e locomotiva, la differenza salta agli occhi, la locomotiva ha la strada segnata, il bufalo può scartare di lato e cadereeeeee, questo decise la sorte del bufalo, l'avvenire dei miei baffi e il mio meeeestiereeeeeee...
e c'erano otto cactus, con le braccia spinose protese verso il cielo, e c'erano quattro alberi di Joshua, spelacchiati e solitari e c'era l'armadillo e quando l'armadillo non c'era, c'erano i sette cani e quando i sette cani non c'erano c'era il primo orso, ma questa è un'altra storia.
se avessi potuto scegliere tra la vita e la morte, tra la vita e la morte avrei scelto l'americaaaaa
e intanto i soldati a cavallo morivano nella prateria, il bufalo scappava alla locomotiva che nessuno voleva più prendere, le città crescevano, fiorivano si riempivano di pistole, uomini armati con calibro nove che correvano per le strade seminando morte e il bufalo non c'era più, la locomotiva era diventata elettrica, la prateria era un sogno per un mondo intero e l'unico suono che poteva essere ascoltato era il cupo, regolare battito di una grancassa che segnava il ritmo di una canzone parlata, armata, incazzata.
e io che in quella prateria non ci sono mai stato, e io che guardo il mondo da qua giù viaggiando al costo di un sogno, accarezzando i miei cani e sentendoli sognare con me, cercando l'america nel mio giardino fatto di erbacce e amore, e io che colmo di me stesso e dell a mia rabbia, della mia paura, del mio amore, del mio odio mando a cagare un mondo intero chiamo i sette cani, i primo orso, il bufalo, i cactus, i joshua trees, chiamo i soldati a cavallo, la vita, la morte, i tipi con le armi e messi tutti insieme li guardo con sguardo da cane, occhio di orso, sicurezza di soldato, gambe da cavallo, carattere da cactus, capelli da joshua tree e, li guardo e parlo loro con la serietà della morte e la leggerezza della vita ed in un sussurro d'amore confesso loro il mio amore per me.

fuck!

fottiti con quello che ho in corpo
fotti il tuo cervello storto
fotti il tuo modo di urlare
fotti il tuo gioco di parole
fotti quei tuoi movimenti goffi
fotti quel tuo finto sorriso
fottiti quando vai a puttane
fottiti quando sfrutti gli altri
fotti la tua testa bacata
fotti la tua paura già usata
fotti la guerra di bush
fotti i carabinieri e la finanza
fotti l'ordine costituito
fottiti con il tuo perbenismo
fottiti con i tuoi vestiti sporchi
fotti quei tuoi nodi grossi
fotti la tua triste tristezza
fotti la tua triste bontà
fotti la tua finta giustizia
fotti il tuo profumo già vecchio
fotti il tuo essere indietro
fotti quel tuo urlo distorto

lunedì, novembre 06, 2006

WHAT A WONDERFUL WORLD

 I see trees of green, red roses too
I see them bloom for me and you
And I think to myself, what a wonderful world

I see skies of blue and clouds of white
The bright blessed day, the dark sacred night
And I think to myself, what a wonderful world

The colours of the rainbow, so pretty in the sky
Are also on the faces of people going by
I see friends shakin' hands, sayin' "How do you do?"
They're really saying "I love you"

I hear babies cryin', I watch them grow
They'll learn much more than I'll ever know
And I think to myself, what a wonderful world
Yes, I think to myself, what a wonderful world

Oh yeah
(George Weiss / Bob Thiele)

martedì, ottobre 03, 2006

...serata di paese...


il paese quella sera era strano, una strana atmosfera sembrava calata sulle antiche mura del palazzo e della piazzetta principale, pochi passanti a piedi, molte macchine che entravano dentro il centro storico, due cani che riposavano nella cavea della piazza grande; le luci fioche dei lampioni sembravano essere ancora più fioche, solo al bar in fondo al corso c'era qualcuno intento a bere una birra, chiacchierare, magari rimorchiare qualche donna.
erano in tre, due uomini ed una donna, si avvicinarono con
aria strana verso la piazza principale, i modi erano circospetti, l'aspetto curato, giovani, uno aveva un berretto rosso in testa, vestito alla moda dei rapper americani, un'altro, faccia da bravo ragazzo, barba lunga, come usa tra gli studenti; lei, lunghi capelli castani sulle spalle, silenziosa, si prestava a chiacchierare con i due, evidentemente membri di una qualche banda di ragazzi della zona. rimasero li ad osservare il viavai delle auto entrare nell'antica porta del paese, accanto all'entrata, per una volta deserta, di uno dei più frequentati pub della zona, aspettavano. ben presto un terzo elemento si aggiunse al gruppo, un uomo scuro, vestito di nero, capelli neri ricci, qualche pelo a simulare una barba, evidentemente il killer; il capo, il ragioniere, il killer e l'aguzzina, era evidente ormai a tutti che quei giovani non erano li per caso, i pochi passanti li guardavano preoccupati e l'atteggiamento del sindaco, incontrato fortuitamente, l'atteggiamento particolarmente affettato, quasi servile del sindaco verso quei giovani delinquenti, confermò la tesi che quella banda aveva il controllo della città. non passò molto tempo che si aggiunse un'altro elemento, forsen il più pericoloso, alto, magro, occhi chiari, biondastro, uno psicopatico. il sadico, il torturatore. la banda sembrava al completo, qualche sorriso, qualche battuta, molto silenzio. aspettavano qualcuno, qualcosa, forse uno scambio di droga, di armi, forse un'esecuzione sommaria, l'ennesima, l'aria si faceva sempre più densa di umidità, la fontana continuava a sputare acqua rendendo quel rumore scrosciante quasi insopportabile alle orecchie dei pochi presenti, il bar, accanto al luogo di incontro chiuse le saracinesche, la paura si stava diffondendo pericolosa per il paese. cosa facevano quei pericolosi criminali al centro del paese, così a viso aperto, con le mani pronte a scivolare dietro la schiena ad impugnare le armi, si perchè i cinque erano evidentemente armati, tutti tranne l'aguzzina, il killer presumibilmente si serviva di una beretta calibro 9 parabellum, il sadico aveva certamente tre o quattro coltelli nascosti per il corpo, il ragioniere una smith and wesson portatile, di quelle piccole e letali, il capo forse una 44 magnum. l'attesa si faceva pesante, ed ecco comparire l'elemento mancante, l'ultimo, una donna dai capelli neri, vestita con una camicia colorata, passo lungo, deciso, sguardo fisso sul gruppo si avvicinò al resto della banda per prendere il suo posto. i suoi occhi scuri lanciavno coltelli, nella borsa due chili di esplosivo al plastico. lei era l'artificere. nella sua memoria ancora le esplosioni di due banche, l'omicidio di tutti i membri di una banda rivale in un solo colpo, potere del Semtex. ora erano al completo. aspettavano.
la temperatura si abbassava e gli sguardi tra i sei si facevano sempre più intensi, il nero guardò quello con il berretto rosso e ruppe il silenzio che ormai si faceva pensante come piombo:
- andiamo?
e quello col berretto rosso:
- andiamo...

come fecero i primi passi lo scuro ricevette una chiamata, due parole, nel silenzio, due parole che squarciarono il silenzio della tranquilla sera di paese:
- stiamo andando...

il gruppo proseguì con passo lento verso il bar, l'unico bar con delle persone fuori, gli sguardi truci, crudeli, carichi di rabbia, le finestre, quelle poche ancora aperte a quell'ora di notte, si chiudevano al loro passaggio, il padrone del bar, alla vista di quella pericolosa gang uscì fuori, guardò i sei e poi rientrò di corsa forse a prendere il cannemozze, sapendo che contro di loro sarebbe stato perfettamente inutile, ma i sei continuarono, non era il bar l'oggetto del raid di quella sera, era una tranquilla birreria, frequantata da attoruncoli di teatro che per chissà quale arcana ragione, forse, avevano commesso qualche sgarbo. il gruppo arrivò in cima alla scala che li avrebbe condotti dentro, lo smilzo si fece scivolare nella manica della felpa, un affilatissimo coltello, "quello con cui ho affettato quel bastardo del rosso" diceva sempre, il suo coltello preferito. il nero fece il primo scalino ed i pochi presenti rimasero allibiti, silenziosi, spaventati. si poteva sentire l'odore della paura, erano arrivati, cosa volevano, chi cercavano, avrebbero chiesto soldi, ucciso qualcuno, stuprato qualche donna o ragazza li presente? era puro terrore quello che serpeggiava negli occhi degli avventori. i sei entrarono ed andarono dalla proprietaria e il tipo col berretto rosso:
- hai uomini e donne per me?
- forse...
- forse non è una risposta, hai uomini e donne per me?
- non so dirtelo ora, devo chiedere...

la proprietaria disse l'ultima battuta sapendo che le sarebbe potuto costare cara, e così fu.
un gesto, solo un gesto decise della vita o della morte di uno degli avventori, il coltello scivolò dalla manica veloce, in un gesto quasi naturale per andarsi a conficcare sul legno a pochi millimetri dall'occhio di uno dei presenti, così il tipo col berretto, che non aveva distolto per un attimo gli occhi da quelli, chini, della proprietaria ripetè:
- hai uomini o donne per me?
- ti pago, amico ti pago, ma non posso darti uomini
- mi paghi, ti sembro una mignotta io?
- no...
- e allora perchè ci tieni tanto a pagare per fottermi?
- non posso darti nessuno dei miei, non ora, non ora, non ce la faccio... devo chiedere...
- bene, hai tre giorni di tempo, poi di te e del tuo gruppo ne rimarrà solo un pallido ricordo...

a queste parole gli occhi dell'aguzzina si tinsero di un colore più intenso, il nero fece un ghigno soddisfatto, il sadico andò a prendere il suo coltello, guardò il suo bersaglio, mancato di proposito e sibilò:
- non esisterà una prossima volta così...

l'atmosfera era tesa, il nero guardò gli altri ed incassata l'approvazione si sedette ad un tavolo:
- portaci da bere troia!

fu servito da bere mentre il ragioniere lentamente tornava dal bancone dove aveva incassato il dovuto tributo.
I sei bevvero, silenziosi, fumarono e bevvero, poche parole, ben misurate, molti sguardi carichi di significati. rimaserò li a terrorizzare gli avventori per andarsene dopo una mezzora e come finirono di fare le scale la musica nel locale riprese a suonare.

sabato, settembre 30, 2006

perdersi e isredrep


metti che una sera di febbraio, ti ritrovi nella tundra, fa freddo, spira un vento crudele che ti sferza il volto, metti che nevica, che la neve è in verità ghiaccio, che fa male, ti graffia le guance, ti entra negli occhi, metti che senti il naso congelarsi, sei solo.
metti non eri partito solo, ma in compagnia, eri partito in compagnia in un viaggio nel quale doveva solo essere primavera, ma mentre viaggiavi non ti rendevi conto che il paesaggio cambiava, non era più la dolce provenza, ma cambiava stranamente, ma te non te ne accorgevi, metti che proprio quella sera di febbraio, solo quella sera di febbraio ti sei reso conto che eri da solo, senza la compagnia con la quale eri partito, nella fredda tundra senza sapere ne come ne perchè sei arrivato li. ecco, metti tutto questo, cosa fai?
hai due strade, la prima è quella di prendere e ficcarsi una pallottola in testa, ammesso che trovi una pistola, si perchè d'altronde sei solo, sperso, non vedi l'orizzonte, coperto dalla neve, non vedi anima viva, ti ritrovi come un povero scemo, forse il suicidio è la cosa migliore da fare, ma hai sempre una seconda scelta, si perchè tutto sommato continua ad essere speranza fino a quando c'è almeno una scelta alternativa. spesso non è facile trovarla, a volte è nascosta, a volte si dispera pure l'esistenza di questa seconda scelta, ma c'è quasi sempre, quasi sempre fino a quando non ti ritrovi solo con la madama morte. diciamo che scartiamo il suicidio, se non altro perchè tra la ricerca della pistola, le pallottole e la ricerca del coraggio, beh a quel punto c'è passata proprio la voglia di spararci, si diciamo che optiamo sin da subito, senza esitare sulla seconda scelta, qual'è la seconda scelta? beh direi che è quella più semplice da pensare, prendere, stringersi nelle braccia per non sentire altro freddo e continuare a camminare fino ad un territorio amico. diciamo che affrontiamo tutto il tragitto fatto di neve, ostacoli, vento, lupi e tutto quello che vi può saltare per la mente, ecco diciamo che nonostante tutto arriviamo in una valle, verde, il vento è più caldo, le nuvole si stanno iniziando a diradare, ma cosa più importante non c'è più neve, solo erba, si fa freddo, ma almeno non si gela. come è successo?
beh camminando il paesaggio cambia, il mondo non è tutto uguale, si passa da una parte all'altra del globo passando per sempre diversi punti del globo stesso, beh diciamo che a camminare ed a metterci impegno ce la si fa ad arrivare ad una valle verde cazzo, prima o poi una valle verde l'incontri no? ecco, l'abbiamo trovata, è verde, bella, ci sono alberi in lontananza, ma la cosa più bella è quel verde dell'erba, è proprio quel verde luminoso che si vede in autunno, quando piove tanto e la luce del sole è ancora amica dell'uomo saggio, ovvero c'è per più di otto ore al giorno. ecco che siamo nella nostra valle verde, cosa facciamo? possiamo fermarci e cercare di innaugurare un nuovo insediamento umano, tuttavia sappiamo che da soli difficilmente riusciremmo a riprodurci e che presto o tardi arriverà la vecchiaia e a coltivare tutta quella terra non ce la si fa da vecchi, possiamo sempre sperare che arrivi una donna o un uomo con cui riprodursi, tuttavia la speranza non è una scelta, è una speranza, e spendere energie nella mera speranza è tuttosommato sbagliato. io direi che la cosa migliore da fare è quella di ripartire, si magari nutrirsi, accendere un fuoco, fare un bivacco dove riposarsi per qualche giorno dalle fatiche della neve, del freddo, del vento, si ma solo una sosta breve tanto per riprendere energie e ripartire. ecco che quindi dopo esserci fermati, approntato un bivacco ci troviamo davanti al nostro fuoco, abbiamo magari trovato una lepre tanto gentile da farsi ammazzare e cuocere e stiamo li, soli a pensare, a pensare alla risposta per una domanda di interesse vitale per noi: "e ora che faccio?" si perchè a questa ferale domanda abbiamo due risposte:
1) riparto alla ricerca di nuovi orizzonti prendendo la direzione opposta rispetto al luogo da cui sono partito in origine con il mio compagno di viaggio
2) cerco di ripercorrere la strada che mi ha condotto la per capire dove cazzo è finitop il mio compagno di viaggio
si perchè questo minchione da qualche parte sarà finito no? e se invece che lui i minchioni fossimo noi? beh due opzioni importanti direi, si perchè la prima consente di andare avanti senza curarti di quello che è stato, la seconda impone di rifare il tragitto a ritroso con ciò ritornando nella tundra con tutto quello che ne consegue. io che farei? io prenderei la seconda strada.
si perchè penso che se si parte in due bisogna anche arrivare in due e se mi sono perso il compagno le cose sono due: o mi sono perso io o si è perso lui. vallo a capire quando ti ritrovi da solo nella tundra e poi su una vallata verde...
così è che ritorniamo indietro riprendiamo la strada dell'andata a ritroso, ma quando pensiamo di rincontrare la tundra, quella non c'è più, lo sai che la strada è giusta, si perchè quei pochi punti di riferimento che non erano coperti dalla neve, quei pochi arbusti visibili ci dicono che la strada è quella, ma il paesaggio è diverso, meno cattivo, meno aggressivo, meno ostile, ma noi camminiamo pensando, si ma dov'è la fregatura?
e la fregatura non c'è perchè la tundra finisce e riprendiamo quella strada che avevamo fatto, crediamo in compagnia del nostro compagno e riprendiamo a pensare "ma dove l'avrò perso?" e "qual'è stato l'ultimo momento in cui l'ho visto o sentito accanto a me o dietro di me?" ma non te lo ricordi, finchè camminando, camminando non c'arrivi, eccolo qua quel torrente, è proprio lui, me lo ricordo, qui stavamo parlando, eravamo insieme, sisi era proprio qui che abbiamo passato quel bel pomeriggio insieme, noi due soli, il vento, il rumore dell'acqua e noi a chiacchierare di noi due, a sognare un po', a sorreggerci a volerci bene. era proprio qui, ma poi dopo di questo è possibile che in tutta la strada che ho fatto non c'è un altro luogo in cui non sono sicuro di aver passato neanche un attimo con il compagno? porco cane, non è possibile che da questo punto in poi ci siamo persi. a questo punto arriva l'ultima delle scelte:
1) lo vai a cercare e vedi di capire come è stato possibile che hai preso una strada diversa dalla sua,
2) rimani li e poi riparti per un'altra strada.
beh ovviamente a questo punto, fatto trenta faccio trentuno e mi incammino alla ricerca del compagno, beh non è semplice capire che strada abbia preso, forse di qua, forse di la, forse su o giù? cosa avrei fatto io nel mio compagno se mi fossi sbagliato? o forse mi sono sbagliato io, e se avessimo sbagliato entrambi? ah si ecco, noi saremmo dovuti andare di la, ma io sono andato da quella parte e lui? avrà preso la strada giusta o quella sbagliata? porco giuda! maddai non posso essermi sbagliato solo io, ci saremmo sbagliati entrambi, diciamo che ci siamo sbagliati entrambi, ecco, perchè ho preso di la? massì me lo ricordo, mi piaceva di più, c'era quell'albero che mi ispirava e a lui cosa avrà ispirato? dai lo conosci bene! ecco! ci sono, si! è andato di la, vediamo di andarlo a cercare.
è così che ci sembrerà assurdo che prendiamo la strada giusta che è poi la strada sbagliata del nostro compagno ed iniziamo a capire perchè abbia preso quella strada, ci sembra evidente, lampante, guarda che roba, ha preso la strada che io non avrei mai preso, ma che lui ha inevitabilmente trovato migliore, vediamo di capire perchè e mentre cammino cercando di raggiungere il mio compagno di viaggio tutto ti si fa chiaro, anche quella alla fine non è una strada semplice, piena di curve, salite, spesso fa freddo, c'è spesso vento, certo non la tundra, ma vallo a sapere cosa c'è davanti, oltre quella collina, vai a capire cosa ha incontrato lui, magari è come la mia tundra, un giorno è fredda, il giorno dopo no. è così che riprendendo a camminare sulla strada del compagno, già ti accorgi che stai riprendendo a viaggiare con lui, separati, ma insieme, chissà dove lo rincontrerò, chissà quanti passi dovrò fare prima di raggiungerlo, chissà se dopo che lo avrò raggiunto mi dirà "guarda amico che io ho preso di qua perchè non volevo più continuare con te e non intendo continuare", oppure magari mi dice: "eccoti! porca miseria ci siamo persi, beh, vediamo di essere più attenti in futuro" e giunti al primo bivio magari potremmo guardarci e dire: "che strada facciamo?".

sabato, settembre 16, 2006

viaggiare lentamente


per il lavoro che faccio mi trovo spesso a spostarmi in altre città, quando mi capita, quindi almeno una volta a settimana uso spostarmi in aereo, un po' per velocità, un po' non lo nascondo perchè sto raccogliendo miglia utili ad ottenere biglietti premio, tante tante miglia e così mi sposto volando. adoro l'aereo, mi piace la sensazione orgasmatica del decollo, mi piace dormire nell'aria rarefatta dei 30.000 piedi, mi piace essere servito e riverito, mi piace insomma, poi andando avanti con la mia raccolta punti di lusso ho ottenuto anche non pochi benefici, come quello di poter aspettare nelle sale vip. le sale vip dell'Alitalia sono molto ben curate, molto comode ed offrono innumerevoli servizi e spiegazioni di come il vettore aereo nazionale butti i suoi soldi. Tutto è gratuito, dal succo di frutta al caffè, dalla connessione ad internet ai dolcetti, insomma è un mondo tutto gratis che potrebbe essere pagato, almeno a coprirne i costi, ma questa è un'altra storia. e così mi muovo tanto, vedo molti posti, molte facce, molti ristoranti ed un numero incredibile di alberghi. gli eventi che accomunano tutti i miei spostamenti ovunque io debba andare, sono vari, si corre in macchina per arrivare in aereoporto, si corre al check in, magari anticipato via telefono (c.d. telecheck in) così da arrivare ancora più tardi all'aereoporto e una volta fatto il check in non si vede l'ora di partire, di muoversi verso la meta dello spostamento. una volta giunti si corre a prendere una macchina a noleggio o un taxi e poi si corre all'appuntamento di turno o all'hotel prefissato. La sera si mangia velocemente, salvo poche eccezioni, a volte se sono solo e non mi va di intristirmi in un ristorante me ne vado da Mc Donald's e poi via a nanna. Se poi la trasferta è di un giorno solo, le corse sono ancora più veloci, le parole sono misurate per paura di farsi incastrare dal volenteroso di turno e così via. si insomma, gli spostamenti per lavoro sono inevitabilmente caratterizzati dalla fretta, dalla voglia di partire prima di raggiungere la destinazione e dalla voglia di tornare quando si è la. mi chiedo se posso definire questo tipo di spostamenti con la nobile parola di viaggio. il viaggio è qualcosa che prima di tutto inizia dentro di se, è una cosa estremamente intima il viaggio, già la parola è masticata, è dentro la bocca, a ripetere la parola viaggio si mangia qualcosa, la si mastica come per prepararsi a mandarla giù, è così interno il viaggio che rimane dentro il nostro stomaco, la nostra pancia, i nostri polmoni per tutti il tempo necessario. E così raramente io viaggio, anzi posso dire che non mi capita quasi mai; anche perchè la fretta che caratterizza gli spostamenti d'affari spesso va a contagiare anche quegli spostamenti che si fanno per piacere. quando si parte per le vacanze magari si corre in macchina per arrivare a destinazione, poi si ha la fretta di fermarsi e c'è chi si stressa per il ritorno già qualche giorno prima di dover ripartire. questa estate, come è ormai noto, sono andato in spagna e se non fosse stato per gli scioperi di iberia mi sarei trovato a non viaggiare per raggiungere la destinazione predestinata. infatti quando siamo arrivati all'aereoporto abbiamo scoperto che l'aereo era cancellato a causa di uno sciopero all'aereoporto di barcellona che stava bloccando ogni comunicazioni verso la città catalana, la compagnia è stata quindi costretta a spedirci in spagna via nave, un viaggio di ventiquarttro ore sul mare, ecco si che la nostra vacanza si è tinta di viaggio, un viaggio vero, un viaggio in cui arrivare a destinazione non è questione di ore ma di un giorno. si perchè l'elemento fondamentale del viaggio è proprio il tempo necessario ad arrivare a destinazione. se parto da roma con l'aereo per, non so, milano, in un'ora sono a linate, se decido di andare con il treno ci metto otto ore, se vado in macchina ce ne metto altrettanto con l'autostrada, ma se faccio le strade statali ci metterò molto più tempo, dipende da tante cose. quello che intendo dire è che più breve è il tempo per arrivare a destinazione, meno possibilità ho di generare quel metabolismo del viaggio, quella masticazione del viaggio che accennavo poc'anzi. sono partito per potenza, un viaggio di lavoro, ma strano, anomalo, ho fatto, per una volta, solo il fattorino. lasciato a casa l'abito, la cravatta, i gemelli e la camicia, vestito di jeans e t-shirt con il mio bello zaino della eastpack mi sono mosso in treno alla volta del capoluogo lucano. sono partito dall'urbe alle 15,45 e sono arrivato a destinazione alle 8,30 di sera. il treno ha portato un'ora di ritardo, non mi sono smosso di una virgola, avrebbe potuto essere in ritardo di due o tre ore, ma non mi sarei assolutamente innervosito; dovreste vedermi quando l'aereo è in ritardo come divento nervoso, ma questa volta erano giorni che preparavo dentro di me questa trasferta, erano giorni che mi gustavo questo viaggio. normalmente quando mi muovo per lavoro evito il treno, troppo lento, questa volta l'ho cercato e l'ho preso. un viaggio lento, passato a sentire la musica, a leggere, a sognare, a guardare le persone, un viaggio vero, sentito dentro, il treno passa per le città, ti fa intravvedere i panorami, ti fa sentire le voci, ti fa godere del paesaggio che cambia. Il treno passa accanto al mare e te lo mostra più scuro del solito a causa dei vetri foumé. il treno si ferma e ti permette di guardare in faccia i tuoi compagni di viaggio, ragazze, uomini, vecchiette. il treno è anche pieno di gente strana, chissà se anche io divento strano in treno. tanti viaggiatori sembrano dei diseredati, altri lo sono davvero, molti cercano compagnia, altri la evitano. vedi persone che leggono, cosa rarissima, vedi vecchiette incazzate perchè non trovano il loro posto e se lo trovano è quello sbagliato, ma chissenefrega litigano lo stesso con il legittimo proprietario di quel posto, solo perchè sono stufe di cercare il loro posto. ho scoperto che il viaggio è una cosa seria, è una cosa umana, umanissima, il viaggio è l'uomo che si arricchisce, e d'altronde l'uomo nasce viaggiatore, scenziato, essere intelligente che vuole conoscere, ma il piacere del viaggio è che ti permette di conoscere te stesso prima di tutto ciò che ti circonda. si perchè ora, dopo questo viaggio, ora che sto tornando a casa, lentamnte, senza nessuna fretta di arrivare, ora che questo cinese del cazzo sopra di me sta sbattendo il suo borsello sul mio pc, ecco ora mi conosco di più, mi apprezzo di più e mi amo di più. questo viaggio lo dedico a claudio baglioni, si, lo dico, mi piace l'hip hop, lo sento a manetta a tutto volume, lo ballo, credo nella thug life, ma in questo viaggio è claudio baglioni che mi ha accompagnato, è incanto, il suo dal vivo tutto al pianoforte che ha fatto da colonna sonora di questo vero viaggio. così, il cinese si è finalmente spostato, "con tutto l'amore che posso" sta iniziando e io riprendo a leggere il mio libro, un libro su un viaggio "rotta ad oriente" un viaggio per mare, lento, lungo e pericoloso.

Signor Hood, rotta sud-sud est, scendo in coperta a prendere un caffè, il barometro scende e più tardi armeremo dei paterazzi di rinforzo.

martedì, settembre 12, 2006

mannaggetta!!!


allora, devo protestare con google perchè questo blogger del piffero non mi permette di controlinkare il blog di una amica. questa cosa è assolutamente disdicevole e non posso che scrivere qui, seduta stante il link a tale blog: http://mannaggetta.spaces.live.com/

la foto del trio l'ha scattata lei, l'impareggiabile, l'inestinguibile, la pervicace, coriacea, lei, la regina della notte e del giorno, lei la sola, lei l'ineguagliabile, lei la imperdibile, lei, sempre e solo lei:

ELIDE, SUGAR, P****** (sotto)