sabato, agosto 12, 2006

una critica al nuovo guru

<-- CAPO TRAFALGAR

La mia vacanza l'ho fatta in Spagna, in Andalusia in particolare, la Andalusia Dolorosa per la precisione, y muy lacrimosa tanto per puntualizzare. una vacanza divertente, decisamente divertente, fatta di nottate brave, donne, musica a tutto volume, balli, buche (tantissime), innamoramenti (uno), sesso (decisamente molto più vicino allo zero che all'uno). Insomma una vacanza di quelle da non dimenticare, fatta con un amico da non dimenticare, piena di divertimenti da non dimenticare. Una fuga dalla realtà normale che ci prende da dietro e a volte ci accoltella quando meno ce l'aspettiamo, un modo per andare via da questa normalità che si riflette nel nostro modo di essere. Finalmente sono andato a Gibilterra a vedere le colonne d'Ercole. Ci sono tre punti del globo che vorrei veramente andare a vedere, il primo sono le Colonne d'Ercole e quello posso dire di averlo messo in portafoglio, il secondo è Capo Nord e quello prima o poi lo raggiungerò, il terzo, un po' più complesso, è Capo Horn, ma la vita è lunga e non sono solo le vie del Signore ad essere infinite.
A proposito di portafoglio... posso anche dire che questa vacanza è stata una decisa apoteosi del gioco lippiano, poco, brutto, concreto e mirato a portare a casa il risultato. Si è vero che poi il risultato non ce lo siamo portati a casa, tuttavia non possiamo certo dire di aver perso, insomma Gianfranco+Luca vs Andalusia (dolorosa) 0 - 0. Che vuoi di più dalla vita? I due vecchi gheparti che tornano a ghermire, a ruggire, a combattere, con tutti gli acciacchi dovuti all'età, con le rughette intorno agli occhi che si iniziano a mostrare, con qualche pelo bianco della barba o del pizzetto che inizia a spuntare ancora, alla veneranda età di 34 anni ci possiamo permettere impunemente di presentarci come maturi 25enni, una tristezza? Massì! E poi se ci avessero detto che l'età media della popolazione turistica di Torremolinos era di 22 anni forse avremmo proprio evitato di andare.
Ovviamente oltre che a correre a presso alle gonnelle durante questa istruttiva vacanza ho capito un'altra cosa: Fabio Volo si è rincoglionito.
Già non sopporto Beppe Grillo perchè fa il guru del come difendersi dagli attacchi della società plutocattooligogarchica, figurarsi se riesco a digerire un personaggio che pur essendomi simpatico (e non poco) di base, arrivato anche lui alla veneranda età di 34 anni ha deciso di ingurirsi e salire sullo scranno dei benpredicatori. Ma come posso farlo!
Pensate che mi riferisca al suo programma? Ma chi l'ha visto, roba da venticinquenni veri, parlo d'altro, parlo del suo libro. Ma per cortesia!!! Ma per carità!!! Anzi per dirlo all'andalusa, por la caridad!!!
Ho una naturale predisposizione positiva per Fabio Volo, lo ascolto da anni per radio e mi sta decisamente simpatico, anche se devo dire che lo preferivo nel suo periodo "cacca al diavolo fiori a Gesù" si quando gli scappò una bestemmia in diretta, mentre ora lo trovo un po' privo di fantasia e forse un po' scarico di idee. Ma non voglio parlare del suo Volo del Mattino, no, voglio parlare di "un posto nel mondo" il suo libro, un libro che più che un libro mi sembra una scorreggia del cervello di uno che, si ha fatto il panettiere, si ha fatto la fame, si ha dovuto cercarsi una strada magari a spintoni nel mondo dello spettacolo, si, si, si, si, si, ma che cazzo ogni mattina si alza e va in radio! Cazzo ne vuol sapere lui dello sporco mondo che c'è fuori? Che ne sa lui di uno che alle 7,30 del mattino (se dice bene) si sveglia, si mette in uniforme (giacca e cravatta) e va a lavorare? A combattere con il mercato che non compra, con una pressa che fa casino, con una cazzuola, con un ponteggio, con un progetto, ma che cazzo ne sa lui!
Mi ha colpito la storia del guidatore del tram. Io non mi sento un fottuto tranviere, ma porco cane sono io che decido come, quando e, soprattutto, perchè! Siamo bravi tutti a prendere, mollare tutto e "viaggiare", ma viaggiare per cosa? Non è la stessa cosa, non puoi trovare te stesso qui, a casa tua, non puoi decidere che è questa la tua vita? No perchè chi lo ha deciso è un diverso.
Caro Fabio Volo, tu vai in giro in vespetta perchè fa radical chic, io vado in giro in Polo perchè non ho i soldi per comprarmi una macchina più grande e Dio solo lo sa quanto la vorrei, ma non perchè voglio sembrare più fico, no! La vorrei perchè passo una vita in macchina e preferirei poter avere una macchina più confortevole piuttosto che una poletta.
E ora, chiudo perchè poi mi infervoro e non arrivo a nulla, vorrei spendere due parole su 'sta cazzo di storia dei Porcospini del cavolo.
Io credo che questa metafora sia piuttosto reale, decisamente simpatica, ma modestamente compresa. L'attuale interpretazione della metafora dei porcospini di Shopenhauer credo sia opera della Procter & Gamble o dell'Unilever, con la collaborazione dell'Enel, Acea, Candy, Philips... si perchè questa nuova interpretazione di questa modaiola metafora l'ho trovata non solo nel libro del Volo, ma anche in un paio di film, uno dei quali è il penultimo di Verdone, non me ne ricordo il titolo. Insomma, questa novella interpretazione vorrebbe i porcospini vivere in ambienti diversi, uscire dal loro ambiente e andarsi a stringere reciprocamente finchè non si fa sentire il dolore, per poi tornare ognuno a casa sua, ciò vuol dire che per vivere bene in coppia taluni esseri umani hanno bisogno di vivere separati, stringersi quando fa comodo per poi separarsi quando la situazione ritorna ad essere scomoda. Cosa c'entra la Procter & Gamble e compagnia bella? Beh se P è il Porcospino, A è l'ambiente, V sono le vettovaglie che consentono al porcospino di vivere possiamo scrivere che 2P=2A=2V ovvero tutto al doppio! Due case, due bisogni diversi da soddisfare, il doppio dei prodotti venduti! E andiamo! Io vi riporto qui di seguito il testo scritto da Shopenhauer e riportato nel Parerga e Paralipomena (II, 2, cap. 30, 396): Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d'inverno, si strinsero vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l'uno dall'altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell'altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali, finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione. Il filosofo parla di porcospini in ambienti diversi? Il filosofo si riferisce forse al fatto che ogni porcospino tornava nella sua tana? No il filosofo dice che gli esseri per poter convivere all'interno di una società (e la coppia è una società) devono trovare la "loro moderata distanza reciproca che rappresenta per loro la migliore posizione" null'altro di più, null'altro di meno. E questo non vuol dire che le persone trovano una migliore distanza vivendo separati, no! La definizione di coppia è: due persone, due animali o due cose uniti per uno scopo e considerati come un'unità organica (dizionario della lingua italiana Garzanti), ora la domanda che lancio è: può una coppia adulta definirsi come una unità organica se non trova la propria "moderata distanza reciproca" all'interno di un medesimo ambiente?

Signor Hood, viri di 33° ovest e mi svegli per il passaggio dell'Equatore.

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